Questo per il nostro Paese è un periodo di profondo cambiamento; ci troviamo giornalmente immersi in situazioni di incertezza e come collettività in pochi hanno il coraggio di smuovere l’economia azzardando nuovi investimenti. Non è un momento certamente facile per trovare un lavoro, fare un tentativo nel costruirsi una professione o provare ad investire sul proprio futuro ma è questo ciò che dobbiamo continuare a fare.
Ricordiamo che in questo particolare periodo storico la disoccupazione giovanile ha toccato le vette record del 44,2 %. Secondo i dati Istat del 2014 quasi la metà dei giovani in età compresa tra i 15 e i 24 anni al momento attuale non può contare su uno stipendio, un contratto di lavoro, o alcun tipo di stabilità economica. Un dato questo inquietante se come genitori pensiamo al futuro sempre più incerto dei nostri figli e se come giovani ci lasciamo andare ad un trend di depressione collettiva che ha invaso oramai tutto il territorio nazionale. Molte infatti sono le indagini effettuate su giovani che hanno rinunciato a lottare anche prima di aver iniziato a costruirsi una posizione; un aspetto questo alquanto pericoloso che potrebbe portare uno Stato come quello italiano alla rassegnazione verso un destino nebuloso e non più dettato dalla nostra volontà. Analizzando questo aspetto sono stati registrati alcuni fenomeni che tendono alla depressione collettiva; aziende al collasso, grandi e piccoli imprenditori che non vedendo alcuna via d’uscita decidono di togliersi la vita; tutte tendenze a lasciarsi andare verso una situazione di trappola totale e di incerta risalita.
Analizzando i Paesi che si trovano nella medesima situazione italiana, al momento c’è una forte tendenza a trasferirsi verso economie più floride; la Germania rappresenta per molti la vera oasi nel totale deserto di disoccupazione. Mentre gli Stati Uniti non sono certo in linea con un passato rigoglioso e colmo di opportunità. Possiamo infatti tranquillamente affermare che le prime avvisaglie di un sistema economico in crisi avvennero negli Stati Uniti. Nel 2007 infatti la nazione statunitense dichiarò apertamente di trovarsi in un periodo di recessione causato da un mercato immobiliare in collasso. Non ci volle molte tempo per trasferire questo collasso verso Europa e resto del mondo; innescando quella che ora viene definita “la grande crisi economica” del 2008-2014.
Anche se è vero che “un popolo senza lavoro è un popolo senza dignità”, possiamo tranquillamente affermare che uno Stato che lotta per dare un futuro migliore alle generazioni prossime e costruirsi un futuro migliore, senza lasciarsi andare a quest’oblio che sta attraversando il nostro Paese, rinascerà più forte di prima.