All’interno del nostro territorio ci sono moltissimi negozi specializzati nel fornire prodotti di provenienza biologica; qualsiasi market di piccole dimensioni o supermercato che sia, riesce a fornire all’interno dei vari paesi prodotti alimentari e non, di provenienza certificata e riconosciuta denominati “biologici”. I numeri e le statistiche crescono giornalmente in maniera vertiginosa, ma paradossalmente questo settore, al momento, soffre di una lieve crisi. La spietata concorrenza di alcuni prodotti importati da Paesi terzi e la scarsa disponibilità di generi di prima necessità pare non soddisfare appieno la domanda, ciò sta portando alla luce delle piccole crepe in un settore che certamente dovrebbe rappresentare uno stile di vita giusto ed equilibrato per chiunque, giovani o anziani che sia, abbienti e meno abbienti.
Come spesso accade anche in altri campi, il fattore fiducia in questo caso è di primaria importanza; se consideriamo alcuni campioni europei raccolti in questo anno notiamo che una percentuale maggiore del 70% degli intervistati dichiara apertamente di avere piena fiducia nei prodotti biologici. Un tasso certamente notevole ma attenzione, ben il 60% di questi auspica apertamente ad un miglioramento di tutti i sistemi di controllo, ad ogni livello di produzione. Il senso di tutto ciò sembra essere: paghiamo un po’ di più ma vogliamo avere la certezza del prodotto che andiamo ad acquistare. Il logo e il sistema di etichettatura UE sono certamente fattori determinanti per definire biologico un prodotto in Italia e averne la completa certezza. Uno strumento semplice che fornisce ai consumatori il giusto supporto per riconoscere all’interno di uno scaffale tutti quei prodotti che mantengono degli standard elevati.
Un sistema di agricoltura definita biologica deve rispettare determinate normative e regole stabilite. Un regolamento che prevede pesanti sanzioni qualora non venisse onorato in maniera precisa o effettuato anche soltanto in parte; per legge vengono stabiliti metodi di produzione sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari (naturalmente è di fondamentale importanza che ciò che noi digeriamo non sia venuto in alcun modo a contatto con sostanze chimiche di alcun tipo), un apparato questo che regolamenta anche le produzioni di tipo animale. Affidarsi ad una alimentazione biologica, come qualcuno potrebbe erroneamente pensare, non equivale certamente all’essere vegetariani.
Non dimentichiamo neppure per un’istante che un sistema imponente come quello regolato dall’agricoltura biologica non riguarda soltanto la qualità degli alimenti che mette a disposizione al cittadino (già questo potrebbe certamente bastare) ha un significato molto più amplio. Si tratta infatti di salvaguardare e proteggere l’ambiente che ci circonda e che un giorno dovremmo lasciare in eredità ai nostri figli, allevare animali mantenendo delle condizioni di vita buone senza sviluppare atti in alcun modo di atroce crudeltà, e promuovere un equilibrato sviluppo rurale, fattore quest’ultimo non certo di contorno considerata l’estrema crisi di risorse in cui si trova immerso il nostro pianeta.