La rivoluzione industriale ha inizio nel diciottesimo secolo prevalentemente in Inghilterra. Si tratta, così come l’hanno definita gli storici, di una “Rivoluzione”, appunto, che ha portato a numerosi cambiamenti in ambito politico, sociale ed economico che hanno avuto ripercussioni in tutta l’Europa e uno sviluppo di cui sentiamo l’influenza ancora oggi.
La rivoluzione industriale è stata una conseguenza diretta della rivoluzione agricola che ha portato miglioramenti nel campo della coltivazione, passata da un tipo artigianale a un tipo meccanizzato. Grazie alla rivoluzione industriale la produzione nelle fabbriche è aumentata, aumentando, quindi, anche la richiesta di lavoro ed operai nelle grandi città. Questa richiesta ha indotto i contadini a migrare nelle città per lavorare, aumentandovi quindi anche la concentrazione demografica. Nonostante la grande offerta di lavoro, le condizioni proposte dai proprietari delle fabbriche erano disagevoli e senza rispetto per i diritti umani: orari di lavoro durissimi ricompensati con miseri salari. Inoltre, non vi erano servizi pubblici, le condizioni igienico-sanitarie erano pessime e c’era anche un forte dislivello tra poveri e ricchi. Infatti, sebbene questo periodo storico abbia prodotto una quantità di ricchezza senza precedenti, questa ricchezza era riservata unicamente alle classi più ricche e ai proprietari delle stesse fabbriche.
Con l’avvento della rivoluzione industriale, quindi, abbiamo l’inizio di una società di stampo capitalistico, dove a comandare erano i borghesi, proprietari di capitali, in contrapposizione con gli operai proletari, ovvero coloro che non avevano altre proprietà se non i figli. I borghesi sfruttavano senza regole i proletari e li consideravano alla stregua di una merce di scambio. Gli orari erano incredibilmente duri: le ore di lavoro erano di 14-15 ore con salari che quasi non permettevano la sussistenza. Se gli operai si ammalavano o perdevano il lavoro non avevano alcun tipo di assistenza medica o sociale. I nuovi centri urbani ad altissima densità demografica erano situati nei quartieri vicino le fabbriche, e gli operai erano a contatto con l’altissimo inquinamento e gli ambienti malsani.
Un ulteriore problema degli operai era che non potevano usufruire dei prodotti da loro coltivati nelle terre, e quindi dovevano acquistare ogni cosa, provocando un forte innalzamento dei costi dei beni fondamentali e quindi del costo della vita. Anche i bambini e le donne erano costretti a lavorare per poter sbarcare il lunario. Nonostante tutte queste condizioni negative, la Rivoluzione industriale ha portato un innovamento positivo della tecnologia nell’ambito industriale, che ha aperto nuovi orizzonti nell’ambito dello sviluppo, ma non solo. La rivoluzione industriale ha portato un cambiamento anche negli animi di chi subiva tali vessazioni, un cambiamento che li ha indotti a cercare condizioni di vita migliori, maggiori diritti e miglioramenti sociali e politici.
Iniziano i primi fermenti della rivolta operaia che portarono nel secolo successivo ai conflitti contro le disuguaglianze sociali, e a favore di maggiori diritti degli uomini in tutti gli ambiti, da quello lavorativo a quello igienico e al campo dell’assistenza. Si può dire, quindi, che la rivoluzione industriale, seppur nascendo dal degrado ci ha permesso oggi di avere una migliore qualità della vita per tutti noi.