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Tema sulla violenza sulle donne

La violenza sulle donne dal punto di vista di un ragazzo

Non è una storia diversa poi da tante altre, quella accaduta a Segni qualche settimana fa: è la storia, ormai quasi quotidiana, di una donna uccisa dal marito in modo violento. Però mi ha colpito perché è accaduto a pochi chilometri da noi e questo mi ha fatto riflettere di più sul problema. Un problema che si fa sentire non solo tra le donne, ma anche tra gli uomini e i ragazzi come me, che un giorno saranno mariti e padri.

Cosa spinge un uomo ad usare tanta ferocia sulla donna che fino a poco prima era la propria moglie, ed è la madre dei propri figli? Se avessimo una risposta certa, probabilmente ora non accenderemmo tutti i giorni la tv per apprendere di donne violentate brutalmente, di ragazze deturpate con l’acido, di bambine seviziate. Il mondo sarebbe già un posto migliore per tutti.

Una statistica che ho letto qualche mese fa mi ha sconvolto: una donna su tre, nel mondo, ha subito violenze. Fa pensare che almeno una persona che conosciamo probabilmente ha subito una violenza e forse neanche lo sappiamo. Molte, infatti, si vergognano, come fossero state loro a fare qualcosa di sbagliato, a provocare certe reazioni negli uomini. Ma sono alcuni uomini che sono sbagliati, in realtà.

Non riesco a capire quale possa essere la soddisfazione nel picchiare o uccidere una donna, nel farlo poi di fronte ai propri figli, usando un martello, come se si avesse bisogno ancora di qualcosa per avvantaggiarsi. Non sono per la violenza, e di sicuro non sono per la violenza verso chi è più debole di me, verso chi so in partenza che posso battere. Qual è la soddisfazione? Se certi uomini hanno bisogno di sfogare la rabbia repressa, perché non lo fanno con chi è forte quanto loro?

Il dato preoccupante, però, riguarda la frequenza con cui negli ultimi mesi si sentono queste notizie, soprattutto in nazioni “sviluppate” come la nostra. Sappiamo tutti che ci sono dei Paesi dove, anche giustificati dalla religione, usano la violenza sulle donne come fosse normale, senza quasi rendersi conto della gravità di questi fatti. Ma perché farlo anche in Italia, un Paese civile, dove vengono rispettati i diritti di tutti? Una risposta può venire da quello che negli ultimi decenni è stato il boom dell’uguaglianza uomo-donna. Ormai le donne non possono essere più soggiogate sul lavoro e a casa come una volta, e quindi l’unica cosa che resta è quella di far valere la “nostra” superiorità sul piano fisico, superiorità che non ci può essere negata.

Forse, alcuni di loro, soprattutto gli uomini che sono nati a cavallo tra l’era della parità e la mia, non riescono ad accettarlo e inconsciamente si sfogano usando la forza. Non è un caso che molti fatti che vedono protagonisti ragazzi della mia età, invece, siano di ragazzi stranieri che vengono da culture dove le donne devono solo subire. Il problema è più sentito tra loro che tra noi ragazzi più giovani che siamo nati in un contesto di parità. La cosa più importante, e forse più difficile, è quella di sensibilizzare noi che saremo i futuri padri e mariti a non ripetere i gesti che sentiamo in tv e a non esserne contagiati.

La violenza, d’altronde, è un virus che si diffonde e sa generare solo altra violenza: se non la fermiamo noi stessi, con le nostre azioni ed idee non riusciremo mai ad estirparlo definitivamente.

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