Il Satyricon è un’opera d’argomento erotico e avventuroso che ci è giunta, dalla tradizione manoscritta, in forma frammentaria e incompleta a causa del tema dell’eros. A causa della censura subita, risulta difficile dare un’interpretazione sul titolo, sul genere letterario e sull’epoca in cui è stata scritta. Negli Annales di Tacito viene menzionato un certo Arbiter che lavorava presso la corte di Nerone. In effetti nell’opera diversi elementi accertano la corrispondenza con l’età Neroniana, per il ricordo di attori e cantanti (ricordiamo le attività teatrali promosse da Nerone), per i liberti che in età Giulio-Claudia ebbero una buona visibilità pubblica.
Due sono le interpretazioni sul titolo. La prima che derivi dal termine satyri, creature mitologiche metà uomini e metà animali che non compaiono nell’opera ma che sono legati al contenuto erotico. La seconda dalla parola satura, cioè satira intesa come genere letterario. Dunque, nell’opera, c’è sia la satira poetica di Lucilio che ha un registro linguistico quotidiano e che tende a criticare i vizi umani e, sia la satira menippea caratterizzata dall’alternanza in prosa e versi, un “prosimetro”. Secondo un'altra interpretazione sarebbe un romanzo antico.
Il Satyricon ha un carattere sia fantastico che realistico, fantastico per i luoghi più immaginari che reali, realistico per i personaggi. Questi ultimi sono espressione di una società moralmente degradata. Il Satyricon presenta diversi livelli di lingua e stile, l’originalità di Petronio sta nel fatto che i personaggi raccontano i fatti in prima persona, adattando la lingua, lo stile e la mentalità al personaggio che vuole descrivere. I personaggi colti usano un latino semplice ed elegante, quelli di livello sociale basso un latino colloquiale. Importante è la presenza del Sermo Vulgaris, compaiono parole che derivano dal latino parlato.